Il territorio ha conservato, molte delle sue tradizioni popolari, delle sue canzoni, delle sue leggende. Infatti, pur adattandosi naturalmente al progresso, i cittadini rimangono fedeli alle loro tradizioni. Ai turisti meno frettolosi quindi, si presenta l’opportunità di ammirare, oltre alla bellezza del nostro panorama, stupendi costumi, di prender parte a moltissime feste popolari accompagnate da vivaci sagre, canti, di assistere a numerose manifestazioni religiose e profane. Il territorio, ha una particolare propensione alle attività culturali di ogni genere. Mostre, Convegni, Eventi religiosi e Manifestazioni di ogni genere attraversano tutti i 365 giorni dell’anno.
L’Immacolata (Li Faègn – I Faugni), 7-8 Dicembre
Nel territorio tale festa assume un aspetto particolarmente interessante; innanzitutto c’è da osservare che la chiesa che ospita la statua della Madonna è stranamente quella di San Francesco, e non la Cattedrale di Santa Maria dell’Immacolata come si potrebbe immaginare. La sera che precedeva la festa, secondo la tradizione, lungo i sobborghi del paese si accendevano dei falò, dove la gente si raccoglieva per recitare alcune preghiere in onore della Madonna. In Atri, invece, vi è una tradizione che risale a tempi antichissimi, quella dei “faugni”. Nel penultimo articolo (385) dell’antico “Statuto Municipale” vi è un inserzione, che dice: “ut aiunt con faugni di canne”; praticamente, si tratta di un corteo chiassoso che ha luogo all’alba dell’otto dicembre. Esso si snoda fra le cosiddette “rughe” del paese, le vie storiche del centro, con delle fasce di canne secche accese, creando così un’ atmosfera molto suggestiva. Il chiasso festoso servirebbe a svegliare tutti coloro che non partecipano alla veglia per invitarli a parteciparvi. Dopo questo inizio festoso, l’avvenimento continua con la solennità della processione in onore dell’Immacolata. L’avvenimento si conclude, dopo la celebrazione della Santa Messa, con una festosa e simpatica manifestazione che termina con l’incendio di un fantoccio femminile “la pupa”, che arde emanando allegri e rumorosi botti. Infine, un detto popolare, su tale festività, dice: “La Madonne de Cuncette, da Natale diciassette”, cioè dall’Immacolata, mancano diciassette giorni a Natale
La Vigilia di Natale, 24 Dicembre
Durante la vigilia di Natale è rimasta la tradizione degli “zampognari o ciarmellari” che, vestiti da pastori, attraversano le vie del paese fermandosi di casa in casa per cantare la loro novena. Al riguardo ricordiamo alcuni versi che ancora oggi si cantano: “La notte di Natale è festa municipale: s’adora lu Re divine che è Gesù Bambine”. Dopo aver digiunato tutto il giorno, la sera della vigilia ha luogo il cenone, il quale, se viene rispettata interamente la tradizione, si compone di nove portate per ricordare i nove mesi della permanenza di Gesù Bambino nel seno della Vergine Maria, oppure di sette portate a ricordo dei sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Nelle case in cui c’è un camino, viene posto sopra il focolare il cieppo (lu ciuccu), nel ricordo di quello che San Giuseppe cercò di trovare nella notte Santa per riscaldare Maria e Gesù Bambino. I carboni del ceppo, fatti benedire dal parroco, vengono poi sparsi nei campi affinché il grano cresca rigoglioso.
Lu Sant’Andonie (Sant’Antonio), 16-17 Gennaio
Il 17 gennaio ad si svolge la festa di S. Antonio Abate, una festa molto antica circondata da molte leggende che variano di paese in paese. È caratterizzata da un’ orazione recitata, la sera del 16 gennaio, da un gruppo di persone che cantano per le case e le masserie di campagna “Lu Sand’Andùne”. Il Santo celebrato in questa data non è S. Antonio di Padova ma l’abate di Kòma d’Egitto, vissuto nella seconda metà del III secolo in ritiro nel deserto dopo aver ceduto tutti i suoi beni ai poveri. Sant’Antonio è il protettore del fuoco e degli animali; per questo, soprattutto i contadini, gli sono molto devoti, dato che la morte di un animale domestico è considerato una grande disgrazia. Nelle stalle dei contadini non manca mai un’immagine del Santo. Nei giorni che precedono la festa molti invitano il parroco per benedire le stalle con tutti gli animali. Inoltre, S. Antonio viene invocato anche per resistere al male, detto “Fuoco di S. Antonio”. È tradizione mettere in atto una rappresentazione in cui compare il diavolo, vestito con corna e forcone, nell’intento vano di tentare il Santo. Dopo la rappresentazione si è soliti mangiare salsicce, salsicciotti, formaggio, prosciutto e bere del buon vino.
Quaresima e Settimana Santa
La quaresima, che segue il Carnevale, continua, ancora oggi, a essere un periodo di astinenza e di penitenza; in questo periodo non si fanno feste e non ci si sposa, perché come vuole la tradizione, questo è un periodo di attesa di tempi migliori. Nelle chiese, durante la Quaresima, si tiene la stessa cerimonia per tre giorni consecutivi, chiamata delle “quaranta ore”, ed ha termine nella domenica di passione. I cittadini alle tradizioni religiose ne affiancano altre di carattere superstizioso, le cui origini risalgono a tempi antichissimi, e che oggi sono praticati solo da pochi. Il primo venerdì di Marzo, ci si usava tagliarsi i capelli, affinché questi ricrescessero più lunghi e belli e per poter evitare in questo modo il mal di testa. Al tramonto della domenica delle Palme l’atmosfera, giustamente, si incupisce, si entra così nella settimana Santa che ricorda la Passione di Gesù Cristo, che viene rappresentata dagli alunni delle scuole e da tanti altri abitanti dei paesi. Particolare solennità assume il giovedì Santo, dedicata alla visita dei cosiddetti Sepolcri.
La Passione, periodo Pasquale
In genere si tiene il Giovedì delle Ceneri o comunque nella settimana antecedente la domenica di Pasqua. Organizzata solitamente dalle Amministrazioni Comunali si tratta di un evento che si replica da oltre venti anni. È stata riproposta in tutte le salse dal recitativo sui dialoghi e sulle musiche di lungometraggi celebri come “La Tunica” o “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, fino ad arrivare ad una rappresentazione itinerante per le vie della cittadina. Negli ultimi anni la realizzazione è stata affidata a dei teatranti (insieme alle edizioni della Nativitade) hanno dato vita a delle rappresentazioni molto suggestive volte alla valorizzazione anche dei monumenti presenti nel territorio. La manifestazione richiama moltissimi turisti e fedeli che sentono particolarmente l’evento. Le strade e le piazze coinvolte sono affollate di persone e spesso occorre precipitarsi diverse ore prima dell’orario previsto.
Processione del Venerdì Santo
Tradizionale Processione lungo le vie del centro storico. Vengono portate a spalla le statue del Cristo morto, della Madonna Addolorata e una rappresentazione del Monte Calvario con le tre croci. È da sottolineare il valore artistico dell’urna in cui è posta la statua di Cristo: si tratta di un raro esempio, in Abruzzo, di Scuola napoletana della seconda metà del XIX sec.,con una pregevole lavorazione ad intagli decorata a foglia d’oro.
Ascensione (Cristo Risorto), quaranta giorni dopo Pasqua
Nella tradizione l’Ascensione, un tempo veniva osservata con liturgie, canti e preghiere per fare in modo che vi fosse un buon raccolto e per uccidere tutti quegli animali e insetti che nuocciono al buon esito del raccolto. Infatti, bisogna ricordare che in questo periodo iniziano due momenti importantissimi della vita dei contadini: la mietitura e la trebbiatura. Il giorno dell’Ascensione si mangiano latticini freschi, come quagliate, giuncate e ricotte, questo perché, secondo la tradizione popolare, il latte come l’acqua, ha un potere purificatorio.
Assunzione, 14 – 15 Agosto
La sera precedente l’Assunzione, il 14 agosto, ad Atri si svolgeva la fiera delle cipolle per la provvista invernale, questa fiera della vigilia era il preludio della grande fiera, molto rinomata ancora oggi, che si svolge il giorno dell’Assunzione con un afflusso di turisti notevole. Intanto nella Basilica Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, si ripete il rito dell’apertura della porta “Santa”. La porta, chiamata dagli atriani “la porta del perdono”, viene aperta dal Vicario e da la possibilità ai fedeli di ricevere delle indulgenze. Accanto a questa porta, fino a non molto tempo fa, c’era un sarcofago con il corpo del Beato Nicola, il cui teschio era visibile attraverso un vetro. Secondo la leggenda si trattava di un povero mendicante di nome Pisciella che la sera entrò nella chiesa, si addormentò e vi morì, proprio sulla soglia della porta Santa. Le campane della Cattedrale, benché nessuno avesse tirato le funi, si misero a suonare per annunziare la sua morte. La gente, al suono delle campane, accorse in chiesa e accortasi del morto si gridò al miracolo. Da quel momento il popolo cominciò a venerare il Beato, credendo che la sua testa prendesse una posizione diversa ogni anno, e da ciò se ne traeva l’oroscopo per prevedere l’andamento del raccolto. In questo giorno si svolge anche una particolare festa folkloristica, la sfilata dei carri. È una manifestazione molto suggestiva che richiama parecchi turisti, e ricorda le sfilate che anticamente si facevano a maggio. I carri, trainati da buoi, sono addobbati con fiori, rami ed altri oggetti decorativi, anche i buoi sono decorati, portando i paramenti della festa. Ciascun carro è seguito da dei cori folkloristici provenienti sia da alcune zone del luogo, ma anche da varie regioni d’Italia.
Estate Teramana
Si tratta di un intenso cartellone di eventi, concentrati nel periodo che va da Luglio a Settembre. Grazie al contributo delle Associazioni culturali e dei cittadini, ogni anno in questo periodo si assiste ad una frenetica successione di manifestazioni ed eventi che danno spazio ad ogni genere, soddisfando così, gli interessi e le passioni dei turisti e dei cittadini, per la cultura, la musica, il teatro e l’arte.