Comune di Bisenti
La città di Ponzio Pilato
Abitanti: 2900
Altitudine: 274m sul livello del mare
Collocata in una predominante posizione immersa nel verde, anticamente era il centro propulsore di tutti i castelli limitrofi, costeggiata dal fiume Fino che in questo punto termina la sua discesa dal territorio montano e pedemontano per cominciare il suo lento ed indefesso decorso verso la vallata che diventa sempre più dolce ed ampia fino a giungere, dopo la confluenza col fiume Tavo, al mare.
Circondata di profumi e colori, l’antica Bisemptumera un tempo molto più frequentata, i primi insediamenti risalgono all’Età del Ferro (VIII secolo a.c.) testimoniando l’origine antica della città che nel periodo medievale divenne feudo degli Angiò e subito dopo della nobile famiglia degli Acquaviva. A rendere noto questo piccolo borgo intriso di fascino e mistero, è la leggenda che affonda le sue origini nella nota vicenda del prefetto romanoPonzio Pilato. Si ritiene difatti, che questo antico presidio fortificato dalla natura stessa del terreno, abbia dato i natali al prefetto, secondo una leggenda orale tramandata di generazione in generazione dagli abitanti del borgo che ne individuano anche una sua probabile dimora.
Non mancano sicuramente indizi che ci conducono indietro nel tempo. Pur trattandosi di una leggenda legata a questa affascinante ed enigmatica figura di colui “che si lavò le mani”, nella decisione sul destino di Gesù Cristo, ci si imbatte dinnanzi alla presenza di infrastrutture riconducibili per cronologia e tipologia, al tempo stesso dell’annosa vicenda. Si tratta nello specifico, di una villa romana inglobata in un edificio medievale, che presenta all’altezza del porticato, un accesso verticale che conduce ad un sottostante cunicolo lungo circa 1.200 metri, destinato a funzione idrica, secondo una tipologia costruttiva di origine mediorientale denominata quanat che ebbe rapida diffusione per via della sua semplicità costruttiva, rispetto ai grandi acquedotti romani, nonché l’ottima resa di un sistema sotterraneo che permette un deflusso continuo di acqua di falda sempre fresca e pulita per farla confluire in punti prestabiliti legati al suo utilizzo.
Si narra che tra gli avi del prefetto della Giudea, vi fu un certo QuintoPonzio Aquila, un tribuno della plebe che, come luogotenente di Decimo Bruto, figurò tra i congiurati che nelle Idi di Marzo del 44 a.C. pugnalarono a morte Giulio Cesare.Subito dopo l’uccisione di Cesare, con la nascita del secondo triumvirato formato da Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido, i nuovi governanti di Roma scatenarono il terrore con un’opera di epurazione che prevedeva l’esecuzione dei sovvertitori e l’elaborazione di liste di proscrizione volte a eliminare potenziali nemici e oppositori. In particolare, Quinto Ponzio Aquila fu ucciso nel 43 a.C. nel corso della battaglia di Modena, mentre la sua famiglia, essendo di origine sannita, fu mandata in esilio nella città di Berethra. Ristabilito l’ordine pubblico le varie famiglie si trovavano riordinate presso le colonie romane e i cosiddetti “Ponzii” si trovavano appunto a Berethra, dal greco baratron ossia “valle stretta e profonda”. Con il “De Coloniis” di Frontino, si arriva alla certezza sul riconoscimento di Beregra con Bisenti.L’altra peculiarità del detto territorio è che all’epoca era conosciuto con il nome di “palestina piceni” in quanto territorio colonizzato da popolazioni mediorientali provenienti da Canaan. La presenza documentata della famiglia dei Ponzii, insieme con l’antica popolazione di Canaan, fa pensare che le origini del giovane e futuro prefetto Ponzio Pilato possano rintracciarsi in questa antica “terra di guerrieri” come viene definita l’Abruzzo, ma soprattutto che possa esser stato proprio questo ambiente a formare il futuro prefetto della Giudea, grazie alla sua conoscenza delle tradizioni ebraiche e di aver sicuramente appreso da queste l’aramaico, dunque tra le ragioni che spinsero Tiberio, figliastro di Augusto, a conferirgli la nomina come Procuratore della V Provincia della Giudea. Una scelta quindi dettata dallo spirito guerriero sannita della famiglia dei Ponzii, la conoscenza di una lingua tanto complicata quanto la cultura stessa di questi popoli, appresa in luogo colonizzato tanto da prender il nome di Palestina Piceni, che si conclude con una sorte che purtroppo ad oggi non si conosce e che molto probabilmente scioglierebbe tutti i nodi sulle ipotesi documentarie e sulla fascinosa presenza della villa romana di Bisenti, così come il suo lungo cunicolo!
Torre di Bisenti
Antico fortilizio medievale sorto intorno al XII secolo a pianta quadrangolare, è ad oggi l’unica delle tre torri esistenti che prende il nome di”torre della Regina Giovanna“. Progettata per l’avvistamento nemico a scopo difensivo, presenta tutte le caratteristiche architettoniche delle torri costruite nel viceregno spagnolo di Napoli.
chiesa di Santa Maria degli Angeli –Annoverata tra le maggiori basiliche presenti in Abruzzo, si presenta nel suo maestoso stile baroccocon una ristrutturazione settecentesca opera dell’Arch. Giovanni Fontana da Penne. All’interno si fanno luce tra stucchi e sfarzi, pregiatissime opere su tela che riecheggiano la Santa Maria degli Angeli, il cui culto fu introdotto dai monaci dell’antica badia di San Salvatore, secondo una leggenda che narradell’apparizione di una bellissima statua della Madonna sulla sponda del fiume Fino circonfusa di vivissimo splendore,e da qui portata con stupore ed orgoglio in paese, dai suoi onorati abitanti.
Enogastronomia:
Rinomata per i suoi vigneti e il vino “Montonico”, da non perdere il Revival dell’uva e del vino Montonico che si tiene ogni anno il primo fine settimana di ottobre;