Comune di Basciano
L’antica Bassanum tra fede e culto
Abitanti: 2.431
Superficie: 18,85 km²
La morfologia del territorio si presenta modellata dalla forma dolcemente ondulata dalle oscillazioni altimetriche del fondovalle del fiume Vomano, in cui va a confluire il torrente Mavone. L’abitato gode di una suggestiva veduta panoramica sulla Valle Siciliana, il cui nome evoca senz’altro l’amenità del paesaggio e del mite clima.
Le origini della millenaria Bassanum sono rintracciabili nei resti di un vicus romano e di una necropoli ancor più antica risalente all’Età del Ferro, la cui frequentazione si è procrastinata nel tempo sino ad oggi.
Il toponimo medioevale della città di fatti, è riconducibile alla presenza di villa rustica tardo-antica di un certo Bassius.
Il borgo in epoca medievale fu soggetto alle abbazie benedettine di Montecassino, San Vincenzo al Volturno e Sant’Angelo in Barrea e successivamente anche questo territorio divienefeudo della splendida e nobile casata degli Acquaviva. Tracce del protetto e fortificato borgo possono mirabilmente riscontrarsi nell’antica cinta muraria, evocando la severa connotazione difensiva tipica dei centri acquaviviani.
Tra le curiosità storiche che si celano dietro questo vetusto e arroccato insediamento, vi è la figura di S. Flaviano: la chiesa parrocchiale della città è ad esso intitolata. Da tempo si favoleggia circa l’origine di questa chiesa il cui busto del Santo sarebbe stato trafugato proprio dai cittadini “bascianesi” da una vecchia cappella diruta in contrada Ponzano di Penna Sant’Andrea. L’edificio templare è annesso al castello baronale, considerando che nel XV secolo e fino al 1536 sono stati gli Acquaviva i signori feudatari di Basciano, si può ritenere che tale edificio templare sia stato edificato proprio per volere dei nobili atriani,probabilmente dal noto Giulio Antonio Acquaviva (1428-1481), VI° Duca d’Atri, e conte di Castro San Flaviano.Lo stesso Duca aveva fondato oltre che la vicina città di Giulia-Nova, il centro abitato denominato“Castel San Flaviano”, proprio in ricordo del Santo Patriarca di Costantinopoli, le cui spoglie, secondo una leggenda, sarebbero state portate in Italia nel V secolo e avrebbero raggiunto miracolosamente le coste giuliesi a seguito di una tempesta.Il prezioso documento riporta l’elenco delle numerosissime chiese e cappelle della provincia di Teramo sulle quali i Duchi Acquaviva di Atri esercitavano lo “juspatronatus”, vale a dire il diritto di nominarne il rettore.
“La chiesa di S. Flaviano – si legge a pagina 32r – è una semplice rettoria con cura d’anime, è in possesso del signore Merchionne Lalluzio di Basciano e dipende dall’Abate di S. Pietro ad pennensem di Bisenti. Ogni anno produce una rendita di tomoli 25 di grano, 10 di orzo, 5 di spelta [un tipo di frumento], oltre a barili 20 e più di vino, 4 e più di olio, e 6 … di lino”. Infine viene stimata un’entrata di 2 ducati per le messe perpetue celebrate per i defunti.
Percorrendo le strade interne del borgo ci si immerge in un’atmosfera senza tempo, con strade che ricalcano ancora l’antico e gremito assetto medievale seguendo l’asse originario determinato dall’ingresso di Porta Penta a sud-est,
sovrastata dalla torre S. Giorgio, immettendosi su via del Torrione. Nel tessuto architettonico l’elemento emergente è sicuramente la chiesa di S. Flaviano, prospettante nell’unico slargo originariamente esistente, tuttavia
l’urbanistica moderna è stata designata sulla grande piazza “Vittorio Emanuele”, nuovo polo della vita sociale ed economica del paese esaltando il grande Re e al contempo l’Italia Unita.